Segui i corsi ed attività

blog

CONTRACCEZIONE - IL BUON SESSO VA PROTETTO

IL BUON SESSO VA PROTETTO

Intervento radiofonico andato in onda sulle frequenze di Radio Alba in occasione della Settimana del Benessere Sessuale organizzato dalla Federazione Italiana Sessuologia Scientifica. 1-6 Ottobre 2018

 

Parlare di contraccezione significa considerare sia la protezione dalle malattie sessualmente trasmissibili sia la possibilità di evitare gravidanze indesiderate.

Le statistiche dicono che il 27% delle donne tra i 18 ed i 54 anni non ha mai utilizzato un metodo contraccettivo e circa la metà di quelle sessualmente attive almeno uno.

Secondo un recente studio pubblicato da SIC e FISS (Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica) risulta infatti che la maggior parte delle studentesse (il 63%) vorrebbe ricevere più informazioni su sessualità, prevenzione delle gravidanze indesiderate, malattie sessualmente trasmissibili e contraccezione; sottolineando l’efficacia della consulenza sessuologica su queste tematiche, sia da parte degli specialisti sia nell’ambito di corsi di educazione sessuale.

Non solo, è unanime l’opinione degli specialisti che sia necessario cambiare toni e approccio al tema per superare paure e miscredenze, come quelle diffuse sulla contraccezione ormonale e i suoi benefici, anche extracontraccettivi, ormai provati e non più oggetto di discussione.

Il 56,61% degli italiani utilizza “abitualmente” i metodi contraccettivi mentre il 20% ha risposto con un secco “mai”; il resto solo “a volte” e, tra questi, il 9,29% se ne ricorda “talvolta, a seconda delle situazioni”. Il più utilizzato tra i dispositivi anticoncezionali si conferma il preservativo maschile: è il più conosciuto, e infatti ben il 97,68% degli intervistati lo include nell’elenco degli strumenti noti. Seguono la pillola (96,61%) e la spirale (88,93%). Il meno affermato è il metodo Billings, con solo il 26,96%. A sorpresa, il preservativo femminile è conosciuto dal 54,11% dei partecipanti all’indagine.

Anche se tecnicamente non è un metodo anticoncezionale, il coito interrotto ancora riceve consensi da chi afferma di farne uso qualche volta (29,29%), chi sempre (7,09%), chi spesso (11,90%) e chi almeno una volta (6,41%).

L’astinenza programmata e condivisa con il partner non fa invece parte dell’orizzonte sessuale degli intervistati: il 93,14% non la usa mai, rispetto a una piccola percentuale (0,69%) che invece la rispetta sempre.

Questi sono i risultati dell’ indagine condotta dalla Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica in occasione della V edizione della Settimana del Benessere Sessuale, che si è tenuta in tutte le regioni italiane dal 1 al 6 ottobre 2018.

I temi del questionario online di quest’anno sono stati proprio l’uso dei contraccettivi e la conoscenza delle infezioni sessualmente trasmissibili.

Il preservativo è usato dal 76,66% degli intervistati; solo l’1,14% preferisce quello femminile al pari della temperatura basale. Fanalino di coda è il diaframma, con lo 0,46%. I soddisfatti del metodo usato sono la maggioranza, a fronte del 2,12% dei delusi. La maggior parte non farebbe a meno del contraccettivo ma ci sono anche quelli che molto volentieri se ne libererebbero (circa il 9%).

Tra l’11,08% (molto) e il 12,5% (completamente) utilizzano un metodo contraccettivo pur non essendo soddisfatti; solo l’1,18% si sente infastidito dal dispositivo.

Se i dubbi sopraggiungono, la contraccezione d’emergenza viene in aiuto con la cosiddetta pillola del giorno dopo, usata almeno una volta dal 30% e mai dal 62% degli intervistati. La netta maggioranza (63,84%) afferma di scegliere insieme al partner il metodo contraccettivo; il 32,04% l’ha scelto e solo il 4,12% ha subito la scelta dell’altro.

I contraccettivi non sembrano rappresentare una barriera fra i partner: almeno secondo l’indagine, il 64,86% degli intervistati si dice per niente inibito e l’87,50% non si opporrebbe. Pochissimi confessano un senso di mancata progettualità e solidità del rapporto per colpa dei vari metodi (2,59%). Per tanti non cambia nulla (45,28%) e anzi per il 30,27% i contraccettivi significano maggiore libertà sessuale; in minoranza (6,54%) chi pensa che invece comportino meno spontaneità. L’uso dei dispositivi non incide per nulla (64,89%) sulla frequenza né sul piacere; addirittura c’è chi dichiara di provarne maggiormente in virtù della sicurezza di un condom o di una spirale (12,11%). Infine, i contraccettivi sono soprattutto usati per il timore di andare incontro a una gravidanza indesiderata (56,25%), meno di contrarre malattie (35,94%).

“Anche quest’anno l’indagine condotta sul web non vuole essere esaustiva della realtà italiana ma può indicare un trend: l’utilizzo del profilattico è abbastanza diffuso e sappiamo che ha la doppia funzione contraccettiva e di protezione dalle infezioni sessualmente trasmissibili (IST), quindi ben venga”, dichiara la dott.ssa Roberta Rossi, presidente della FISS.

Le risposte sono state oltre 500, nel periodo compreso tra aprile a giugno 2018. Le donne si confermano la maggior parte dei partecipanti (80% vs 20% di uomini). Analizzando il campione intervistato, oltre il 40% del totale ha conseguito una laurea specialistica; più del 60% ha un’occupazione lavorativa ma nel gruppo ci sono anche studenti (11,8%) e pensionati (2,26%). L’82% si dichiara attratto/a esclusivamente da persone dell’altro sesso e il 12,59% si dice etero ma attratto anche da persone dello stesso sesso. I single sono una buona quota (14,89%), superata però da chi ha una relazione, anche se non convive con il partner (29,61%). Il 46,45% afferma di non avere un credo religioso e il 39,89% dichiara di averne uno ma di non essere praticante.

 

Cosa sono le malattie sessualmente trasmissibili?

Le malattie sessualmente trasmissibili – MST - sono tutte quelle infezioni che possono essere trasmesse da un partner ad un altro durante un rapporto sessuale. Quando si parla di trasmissione attraverso i rapporti sessuali bisogna ricordare che lo sperma e le secrezioni si tramettono anche con bocca e ano. Anche se dobbiamo tenere presente che alcune di esse possono essere contratte per via non sessuale, come ad esempio attraverso il sangue contaminato e tessuti, con l’allattamento al seno o durante il parto.

Si distinguono in quelle che interessano l’apparato genitale (ad esempio la sifilide, la gonorrea, i condilomi, infezioni genitali da chlamydiae o da Micoplasmi) e quelle che interessano tutto l’organismo (ad esempio l’HIV).

Più di 30 diversi batteri, virus, funghi e parassiti possono causare questo tipo di malattie.

Le infezioni fungine sono molto diffuse, prima fra tutte la candidosi.

Le infezioni batteriche che più spesso vengono riscontrate includono, tra le altre, la clamidia, la gonorrea e la sifilide.

Le malattie sessualmente trasmissibili di tipo virale possono essere, ad esempio, l'herpes genitale, l'AIDS e il condiloma acuminato; mentre tra i parassiti, tra gli altri, si può includere la tricomoniasi.

Molte MST possono avere serie e gravi conseguenze nel tempo; se diagnosticate in tempo possono essere curate e contenute, ma un’infezione ai genitali potrebbe anche essere causa di infertilità o tumori.

Se viene diagnosticata una malattia sessualmente trasmessa, è importante comunicarlo al partner per interromperne la trasmissione.

 

Come prevenirle?

Prima di tutto è necessario proteggersi cercando il dispositivo contraccettivo che più fa al caso nostro.

Poi, se ci sono stati rischi in passato, è necessario rivolgersi ad un medico perché le infezioni possono non dare sintomi. Se compaiono sintomi contattare il medico ed evitare assolutamente l’autodiagnosi.

Se si sospetta un’infezione, astenersi dai rapporti sessuali fino alla diagnosi.

Ci si può risvolgere al Consultorio, al medico di base o al medico specialista (ginecologo, andrologo, urologo).

Se la diagnosi è stata effettuata, eseguire la terapia e chiedere anche al partner di eseguire il trattamento.

 

Dr.ssa Sabrina Meregalli

© Tutti i diritti riservati